Rom. Chiudere i campi. Ricordare la Porrajmos.

Condivido l’appello lanciato oggi delle associazioni 21 Luglio e Arci solidarietà per una svolta profonda nel rapporto con i cittadini rom e sinti della nostra città, nella direzione dell’inclusione sociale e della piena  cittadinanza.
Il primo atto deve essere la fissazione della data entro la quale i cosiddetti “campi nomadi” dovranno essere chiusi e finalmente messi al bando.  Come fu con la legge Basaglia per i manicomi.
A partire da questa certezza, che esprimerebbe con chiarezza la volontà politica di  una svolta, occorre porre in atto politiche mirate di inclusione, di cui le linee guida presentate oggi costituiscono utile indicazione, che a partire dal riconoscimento del diritto alla abitazione, costruiscano un percorso di reinserimento economico, sociale e culturale delle comunità – e non solo dei singoli individui –  rom e sinti nella vita cittadina.
La città deve un risarcimento alle comunità rom e sinti per averle costrette alla segregazione e marginalità, favorendone la devianza, per troppi anni. Ciò si è verificato in un continuum, purtroppo non ancora davvero interrotto, con le politiche fasciste di difesa della razza e di persecuzione degli “Zingari”.  Per questo sarebbe di grande rilevanza dedicare alla prossima giornata della memoria.